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MAGNIFICAT di Alda Merini

8 marzo 2017

MAGNIFICAT
di Alda Merini

Anagoor
voce Paola Dallan
suono e musiche Mauro Martinuz
disegno vocale Paola Dallan, Marco Menegoni, Simone Derai
regia Simone Derai



Come nasce una poesia? Di solito Alda Merini telefonava a Arnoldo Mondadori e quando diceva “Scrivi” lui poteva essere in qualsiasi situazione ma doveva trovare subito una penna un foglio e scrivere. Lei non si fermava, la sua poesia nasce e finisce di getto. Alda non corregge.

Per esempio in via Pontaccio: un grande rumore di macchine, Arnoldo sentiva male la sua voce, si accovaccia per scrivere, “Scrivi!”, intimava Alda, e subito cominciava: “Su questo libro tu sei sorto, angelo dell’Annunciazione. Io mai avrei pensato che queste pagine diventassero ali. Le ali degli angeli sono calde, il loro pensiero sta dentro la notte, ma tu parli su uno spazio che io non conosco. Io adoro le stelle e la notte, ma tu sei il canto del mio mattino. Non capisco e te lo vorrei chiedere se tu sei sorto da me o se io sono sorta da te, e non sapevo che la carne potesse sparire per dar luogo a un pensiero creatore”.

Arnoldo riesce a sentire tutto. Alda riattacca. Lui rilegge quello che lei ha dettato e lo impara praticamente a memoria. Corre a casa e aggiunge queste pagine a tutte le altre.

Il libro è finito. Lo spettacolo è proprio questo: il flusso di una voce che sgorga dal nulla, filtrata dal gracchiare della comunicazione artificiale, una conversazione notturna tra amanti, parole dolorose in lenta emersione sulla pagina bianca del libro poeta.

Al centro il mistero della complessa figura di Maria.

Una delle voci più alte, più forti e personali della poesia del nostro tempo, racconta una Vergine diversa da come siamo abituati a pensarla. Non ne rappresenta la storia e la vita, ma evoca con inaudita forza visionaria la sua interiorità. La sua tenera fanciulla è una creatura di luce, di carne, fragile, smarrita, spaventata, e perdutamente innamorata di Dio.

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