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GIORNO DEL RICORDO – anno 2016
Ormai il passaparola era sempre lo stesso nella popolazione fiumana che doveva subire l’odio e il terrore dell’OZNA: “Non c’è più vita qui. Bisogna andare in Italia. Ma come?”
E quella gente perseguitata trovò anche il modo di come fuggire da quell’inferno sia clandestinamente che con le Carte d’Identità per Trieste o le Prospunize, equivalenti al Foglio di via obbligatorio per i pocodibuono e dal 1947 con le opzioni.
Lasciarono le loro case.
Quelli della Cittavecchia le loro catapecchie; quelli di Abbazia le loro ville oggi miliardarie per venire ospiti di 109 Centri di Raccolta Profughi ringraziando il Signore di aver salvato la pelle e respirato la libertà.
Non immaginavano che la Patria amata avrebbe usato arbitrariamente le loro sostanze abbandonate a Fiume per pagare i debiti di guerra imposti dal Trattato di Pace.
Morirono – con l’ultimo pensiero rivolto alla città perduta - aspettando invano il maltolto che oggi sfiora i tre miliardi di Euro.
rudi decleva, profugo da Fiume
Sussisa, 10 Febbraio 2016