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Theoria degli affetti

Osservatorio poetico sulla vecchiaia



Theoria degli affetti | Osservatorio poetico sulla vecchiaia

Il progetto Theoria degli affetti nasce con l’intenzione di osservare dall’interno il luogo e il tempo di vita delle persone anziane in ricovero e quindi pensare azioni di sensibilità e visibilità per ricucire lo strappo che separa la Casa di Riposo dalla Città.

Lavorando nel corso di un anno anche sulle regole e sulle procedure che non prevedono da parte di persone esterne, un coinvolgimento di questo tipo nella vita di una Casa di Riposo e Residenza Sanitaria Assistita, - in sinergia con la Presidenza e la Direzione Asp di Vignola (Mo), con il coordinamento di Wunderkammer Associazione Culturale e soprattutto con il personale e gli Ospiti - ho dato corpo a un’esperienza che ho chiamato “osservatorio” e che ho sottolineato poetico, perché non condotto con lo sguardo e con le intenzioni del reportage, fondato invece sulla condivisione dello spazio, sull’ascolto, sul silenzio, sullo scambio reciproco di attenzione e tempo.

Condivisione praticata prima, nel corso di oltre un anno, nella fase preparatoria; durante, con gli Ospiti e il personale nelle due settimane di residenza interna alla strutture, vivendola a tempo pieno e dormendo anche al suo interno; e dopo, nei mesi di elaborazione dell’esperienza e dei materiali, ragionando sui suoi utilizzi e ricadute.

Theoria degli affetti | Osservatorio poetico sulla vecchiaia è infatti un lungo e delicato processo di comunità, tutt’ora in corso. Se l’obiettivo dichiarato è, da una parte e all’interno di un progetto più esteso per linguaggi e durata, quello di riconnettere persone, generazioni, spazi, quindi assumere la vita umana nella sua unicità tanto soggettiva quanto collettiva, dall’altra ripensare con la percezione della Casa di Riposo come luogo, anche l’architettura emozionale e la struttura urbanistica della città; il linguaggio coniato per dirlo, abita e intreccia una pratica antropologica e documentaria, con una “irriducibile" postura poetica. Convinta come sono che "ogni gesto di accoglienza è sempre un gesto poetico”, tanto più questo pare vero e necessario qui, dove s’incontrano i temi della vecchiaia, della malattia, della morte.

di Isabella Bordoni




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