Ci riuscirò, vedrai!
“Per tutti i formicai! Ci riuscirò vedrai Ma non lo sai… …col mio viavai, svuoto i granai, rompo i pagliai… Io non mi arrendo mai!”.
A morsetti, porta via una briciola per volta, con coraggio ed energia, fino a che la crosta è tolta.
Tante volte fa il cammino, dieci, venti… un centinaio, finché tutto il buon panino sta nel buio formicaio.
È felice adesso l’abile formica, e dimentica col canto la fatica:
“Per tutti i formicai! Ci riuscirò, vedrai! Ma non lo sai… …col mio viavai, svuoto i granai, rompo i pagliai… Io non mi arrendo mai!”.
(E la cavalletta sciocca??? Zitta zitta se ne sta… Poi, con aria un po’ da allocca fa tre salti e se ne va) |
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“Cosa cerchi, formichina?”, fa la sciocca cavalletta. “Una buona merendina, una ghiotta bricioletta”.
“Cerca pure cose buone, ma il destino spesso è triste… Scommettiamo che ho ragione… Qui non troverai provviste”.
La formica, zampettando tra l’erbetta, Segue il ritmo di una rapida marcetta
“Per tutti i formicai! Ci riuscirò, vedrai! Ma non lo sai… …col mio viavai, svuoto i granai, rompo i pagliai… Io non mi arrendo mai!”.
Sotto i petali di un fiore trova un morbido panino; l’avrà perso quel signore che faceva uno spuntino.
“Trasportarlo al formicaio - scommettiamo, piccoletta? – sarà proprio un grosso guaio”, fa la sciocca cavalletta.
Osservando la cibaria sopraffina, la formica attacca la sua canzoncina: |