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Il grande antropologo francese Claude Lévi-Strauss – in una conferenza tenuta in estremo oriente negli anni Ottanta, ora pubblicata da Rubbettino col titolo “Lezioni giapponesi” – ammoniva la nostra cultura per la sua decadenza e chiusura ed invitava a guadare ad Est. E’ una descrizione sommaria del pensiero mitico di Lévi-Strauss ma ci serve per prendere la rincorsa e segnalare alcuni classici provenienti dall’Europa orientale; l’area geografica dove le due esperienze, quella occidentale e quella orientale, si sono fuse in modo più armonico.  

Un testimone del clima di quella frontiera è stato Joseph Roth, meraviglioso autore vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento e a metà strada tra la poesia e l’affabulazione. Adelphi ne ristampa “Il secondo amore”; una raccolta di racconti brevi dove la magia dei ricordi di un mondo romantico popolato di violinisti, di clown e di zingari, si combina con la realtà della Storia, attraverso il dolore della guerra.

Una dimensione simile fa da sfondo alle pagine agrodolci di Czeslaw Milosz, lo scrittore polacco Premio Nobel per la Letteratura nel 1980, di cui sempre Adelphi ripubblica “Il cagnolino lungo la strada”, una raccolta di frammenti filosofici e narrativi; e “Abbecedario”, dove l’autore affida i propri ricordi al sempieterno schema dell’alfabeto e passa in rassegna, spesso con toccanti passaggi narrativi, la sua esistenza privata e pubblica.

Ma se c’è stato un punto di partenza di questo filone, non può che essere indicato nella figura di Joseph Conrad; capace di amare la propria cultura di origine e al tempo stesso di lasciarsi travolgere da spiazzanti esperienze esotiche. L’editore Mattioli 1885, bravo non solo questa volta a cogliere questi autentici tesori nascosti, ci consegna il bellissmo “Memorie”, dove l’autore di “Lord Jim” racconta una parte della sua biografia unica e straordinaria.


A cura di Vittorio Castelnuovo