Il poeta
Andrea Zanzotto è morto questa mattina all'ospedale di Conegliano (Treviso) dove era stato ricoverato lunedì per complicazioni respiratorie. Il 10 ottobre aveva festeggiato il suo novantesimo compleanno.
MILLEPAGINE gli dedica uno speciale di
video on demand, una selezione di video tratti dall'archivio di Rai Teche in cui il grande poeta veneto racconta la sua vita e la sua arte.
Definito da Gianfranco Contini “il migliore dei poeti italiani nati in questo secolo” Zanzotto si inserisce nella migliore
tradizione europea, filtra la lezione di Leopardi e Montale sviluppando un percorso letterario originale, incentrato sul suo fortissimo legame con la natura e con la terra natale.
Fin dalla sua prima raccolta,
Dietro il paesaggio (1951), è infatti centrale il tema della campagna veneta. Dopo questa prima prova, ancora legata agli influssi ermetici, l’opera di Zanzotto si concentra sempre piú sulla
sperimentazione con la lingua. Soprattutto nella raccolta
La beltà (1968) il lavoro linguistico raggiunge livelli altissimi, assorbendo e rielaborando i tanti linguaggi che stimolano il poeta sia dall’esterno che nel profondo del suo io. Tradizione poetica, dialetto veneto arcaico, linguaggio infantile e stereotipi dei massmedia, tutti insieme, formano un discorso artistico sempre alla ricerca della comunicazione umana e di un rapporto autentico con la natura. Ricerca continuamente frustrata dalla frantumazione inarrestabile del mondo e della psicologia individuale, eppure sempre strenuamente rinnovata.
Autore anche di importanti saggi critici, Andrea Zanzotto prosegue il suo progetto poetico ormai da settanta anni. Il legame con la terra delle origini è confermato anche dalla sua vicenda biografica: Zanzotto ha vissuto quasi sempre nel paese in cui è nato,
Pieve di Soligo in provincia di Treviso, facendo l’insegnante di lettere nella locale scuola media fino all’etá del pensionamento.
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