E' un patto che riguarda me e l'azienda di trasporto pubblico, che a Roma si chiama Atac.

Io non uso la macchina per muovermi in città, ma i mezzi devono essere frequenti e decenti. Con l'indicazione degli orari alle fermate, come nelle altre capitali europee e corsie privilegiate per soli autobus. E magari senza la presenza fissa di borseggiatori specializzati sul tratto metro Flaminio-Barberini, con piani di recupero e scolarizzazione di quei minori, che noi pendolari abbiamo visto crescere.

I grandi trattati sono essenziali, ma la vera alleanza sul clima si raggiunge con i piccoli comportamenti diffusi. Come scendere dalla macchina nelle grandi città. Creiamo le condizioni per farlo in tanti e con un trasporto pubblico valido. Solo così  scopriremo che è stupido lasciare (e pagare) la macchina ferma al portone. E che è più vantaggioso affittarla quando ci serve, piuttosto che possederla. 

Sempre che la politica ambientale, sia più forte delle lobby "auto&petrolio".

Sempre che l'autostima non dipenda più da un suv o da una luccicante berlina.

Massimo Marnetto