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Sii gentile

di Elasti

“Perché non sorridi mai, Momo?” mi domandò monsieur Ibrahim. 
“Sorridere è roba da gente ricca, monsieur Ibrahim. Io non ho i mezzi” 
“Perché, tu credi che io sia ricco?”.
“Monsieur Ibrahim, quando dico che il sorriso è roba da ricchi, intendo dire che è roba per gente felice”.
“Ed è qui che ti sbagli. È il sorridere che rende felici”.

In Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, che è un libro bellissimo sulla tolleranza e l’accoglienza e da cui è tratto questo dialogo, Momo, un ragazzino solo e sprovveduto, scopre che il sorriso ha un super potere: rende gentile chi lo riceve. 
Forse è per questo che, nel decalogo redatto dal Movimento Mondiale per la Gentilezza, sorridere è la regola numero uno.
Venerdì, 13 novembre, è la Giornata mondiale della gentilezza.
Quel giorno, ma anche oggi, se vogliamo portarci avanti, siamo autorizzati, incoraggiati, forse addirittura obbligati, a dire: “grazie”, a rispondere: “prego, è stato un piacere”, a cedere il posto sull’autobus, a portare giù la spazzatura senza imprecare, a fare un regalo inatteso a chi se lo merita e anche a chi non se lo merita, a lasciare correre, a tendere una mano, a far passare avanti il signore impaziente in coda alla posta, ad accogliere, a sorvolare, a essere indulgenti, a pronunciare parole prive di spigoli, a dire sì e, soprattutto, a sorridere, senza sentirci scemi o inopportuni.
E se poi, veramente, ha ragione Monsieur Ibrahim ed è il sorridere che rende felici, forse ci prenderemo gusto e la gentilezza diventerà un vizio o una dipendenza e non solo un giorno di novembre da celebrare.

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