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La Terra dei fuochi, i pugni sul tavolo

Gentile Merlo, gentile Redazione,
domenica sera su Rai 3 in prima serata è stato trasmesso il reportage di Domenico Iannacone sulla terra dei fuochi.
Iannacone è stato accanto ad alcuni abitanti di quella terra.
Queste persone ci hanno fatto camminare attraverso quei luoghi, tanto vicini all'immagine che si può avere dell'inferno.
Queste persone hanno parlato del loro dramma, ce lo hanno mostrato, ne hanno spiegato le ragioni con un coraggio e un civismo straordinari.
Queste persone, i loro cari, i loro bambini , i loro concittadini sono braccati dalla morte che intorno a loro ha già fatto innumerevoli vittime. Molti sono già malati. 

In ogni occasione, parlando di salute, ci viene ricordato come lo stile di vita sia importante per la prevenzione di gravi malattie: queste persone, uomini donne bambini, non possono fare nessuna prevenzione, perché a loro è interdetta persino una passeggiata all'aria aperta, come ricordava un medico intervistato.
Ho pensato, mentre guardavo la trasmissione, che sarebbe stata d'obbligo una qualche reazione da parte di tutti quei politici e amministratori sempre pronti con il dito sullo smartphone per mandare messaggi su ogni cosa, ma sapevo che non sarebbe arrivata. La ricerca , che comunque ho provato a fare, mi ha portato a trovare unicamente un articolo circostanziato su Napoli today e un piccolo resoconto informativo sul Quotidiano del Molise. Dai politici, ogni giorno in ogni luogo, nulla.

Si battono i pugni sul tavolo con orgoglio se qualcuno in Europa o nel mondo ci critica: come si può allora ignorare una vergogna di tale misura che da anni fa mostra di sé deturpando un territorio che potrebbe essere un fiore all'occhiello della nostra Nazione e la sua popolazione? Dove sono i nostri pugni sul tavolo?
Non esiste nulla davvero, che preveda di affrontare e tentare di risolvere una tale nefandezza?
Anche solo provare ad immaginare cosa sia la vita delle quelle persone che hanno lanciato il loro grido di dolore domenica sera, è cosa insostenibile e mi ha fatto pensare a Gramsci che scrisse nel febbraio 1917 "odio gli indifferenti".
Ecco perché vi ho telefonato e scritto.

Con molta cordialità.

Manuela Cuscini Bologna

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